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Forse non è la fine – La prima puntata dopo l’ultima puntata di Community

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Cosa succede dopo l’ultima puntata delle vostre serie tv preferite? ‘Forse non è la fine’ è la prima puntata (immaginaria) dopo l’ultima puntata delle vostre serie tv preferite: oggi è il turno di Community una delle comedy più controcorrente di sempre.

L’attaccatura dei capelli è sempre più alta e questo a Jeff Winger non sta molto bene, ma il sorriso smagliante è lo stesso di sempre. L’uomo si sistema la giacca, si guarda allo specchio e si dà un’ultima occhiata. Poi esce dal bagno e sospira. Si va in scena.

La sala mensa è già ricolma di gente quando il professore spalanca la porta. Volti insignificanti si mescolano a vecchie conoscenze che vagano tra i tavoli del buffet in ricerca di qualcosa di commestibile. Vicino all’inconfondibile bandiera del Greendale svetta uno striscione storto che recita “Cena degli ex alevi“. Sul palco, L’Essere Umano e il Rettore vestito da scolaretta stanno invitando i Some Worries a suonare e un rilassato Vaughn a torso nudo sale sul palco intonando una canzone estremamente familiare. Proprio quando alcuni presenti iniziano a ondeggiare sul posto sulle note di Gettin’ Rid of Britta, l’uomo sente alle spalle delle voci conosciute che lo fanno sorridere e voltarsi.E pensare che un tempo litigavamo per quel tipo!“.

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Annie Edison parla quasi con un filo di nostalgia nella voce, i lunghi capelli setosi e gli occhioni da cerbiatto. “Veramente litigavamo perché tu volevi prenderti tutti i ragazzi che mi piacevano” risponde a denti stretti Britta mentre cerca di farsi piccola piccola per evitare gli sguardi divertiti della gente. “E pensare che potevate avere tutto questo!” replica divertito Jeff indicandosi con un sorriso ironico.

Poi qualcuno sussurra: “Girati lentamente verso destra con uno sguardo confuso“. Ed è proprio quello che Jeff fa, ritrovandosi di fronte un cameraman e due ragazzi concentrati a studiare la sua posa. “Non penso funzioni…“. “Inquadra solo l’occhio!” suggerisce Abed. “Fico, ficata!“. Troy e Abed si lanciano uno sguardo compiaciuto mentre si scambiano il loro peculiare gesto d’intesa. “Ragazziiiii!” Ed ecco che anche la voce squillante di Shirley si unisce al circolo.

Ci siamo. Non mancano abbracci, strambi racconti e memorie delle folli avventure passate al Community college.

Resoconti delle nuove vite, viaggi, promozioni: successi che intimidiscono un po’ Jeff, che bloccato a Greendale a volte si sente un po’ un fallito se comparato a un’agente FBI, a un viaggiatore e a un regista esordiente, così per lo più tace e sorride agli altri, risparmiando loro le buffe storie sui suoi disastrosi studenti e sulle serate passate con il Rettore e Chang a guardare strani reality in tv.

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Ma quando pensi al diavolo è il diavolo che compare.Buenas noches, grupo de estudio!“. È lo stesso di sempre, quell’adulto dall’aspetto di bambino capace di qualsiasi cosa: caos allo stato puro. A Jeff pare ancora impossibile che l’uomo abbia ottenuto la cattedra di spagnolo ma ormai ha smesso di farsi troppe domande e saluta il collega. L’uomo si guarda attorno. Ci sono proprio tutti: i coniugi cugini Vicki e Garrett ballano stretti l’un l’altra sotto il palco, Todd se ne sta in disparte, mentre Neil e Magnitude parlano amabilmente tra loro. “Fai schifo, Winger!“: ecco Leonard che sfreccia sul suo scooter per anziani vicino al gruppo facendo una linguaccia. “Sta’ zitto, Leonard! Tornatene a fare recensioni di surgelati!“.

Tutto è come doveva essere e Jeff è in ansia: perché questa è Greendale e la normalità lì non è mai stata di casa. Mon fa nemmeno in tempo a finire di formulare questo pensiero che di colpo cala il buio. Silenzio, oscurità. “E ti pareva!” mormora qualcuno, altri ridacchiano. Alcune torce di cellulare si attivano. “State tranquilli!”. È il rettore a parlare “Probabilmente Quendra, la mia nuova assistente, si sarà scordata di pagare l’elettricità! Cerchiamo di mantener…“. “Che ne dite di fare una capatina nella sala studio? In memoria dei vecchi tempi!” Propone Annie. Gli altri sono tutti d’accordo e iniziano a spostarsi, quando la luce improvvisamente torna e Troy caccia un urlo acuto.

Esseri umani, Esseri Umani ovunque.

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Quei sorrisi storti e inquietanti fanno deglutire perfino Jeff. Una voce robotica si diffonde nella stanza: “Depositate telefoni e portafogli nelle ceste che vi passeremo se non volete finire male!”. Le mascotte indicano le armi che si portano appresso, pistole e fucili e chi più ne ha più ne metta. Garret si getta a terra a riccio, altri alzano le mani in segno di resa. Jeff e gli altri si lanciano uno sguardo confuso mentre vengono pian piano circondati da cinque Esseri Umani. “Ma andiamo, non crederete mica che…” le parole di Shirley vengono interrotte da uno sparo.

Ripeto: depositate telefoni e portafogli nelle ceste. Ora“. “Continua a riprendere, Pavel. Continua a riprendere!” bisbiglia Abed. “Oh, ma certo, l’hai organizzato tu!” sussurra Britta furiosa. “No, ma forse il mio film sulla solitudine umana potrebbe trasformarsi in un reversal heist movie“.

“Saranno quelli del City College. Sicuro” mormora Jeff.Ehi, ma quello ha una telecamera!“. STONK. Così ben presto tutto viene ritirato e la voce camuffata dà ai sottoposti l’ordine di trasferire i prigionieri nelle diverse aule in attesa della richiesta del riscatto. A scortare il gruppo di studio tra i corridoi dell’università ci sono ben 3 guardie. “Il capo ha detto di guardarli a vista, questi sono pericolosi“.

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Direi proprio di sì!” A parlare è Annie, che con un movimento fluido ha estratto una pistola dalla fondina. “Agente Edison, FBI. Posate le armi o sarò costretta ad aprire il fuoco!“. “Siamo in superiorità numerica!” risponde uno, “Getta l’arma terra o per te e i tuoi compari saranno guai!“. “Annie, sappiamo che sei diventata una detective super tosta, ma non esagerare…” dice Troy a denti stretti. La donna allora con calma dice, “Va bene, va bene!” mentre abbassa piano la pistola. “Ecco non ci voleva tan…“, ma le parole gli muoiono in gola perché la ragazza con uno scatto repentino ha sparato una raffica di colpi.

La candida divisa degli Esseri Umani si tinge di scarlatto. Mentre Annie prende per mano Jeff e invita gli altri a seguirla, si sentono in lontananza le urla disperate di uno dei tizi colpiti. “Mi ha sparato, l’ha fatto davvero!“, “È solo vernice, idiota! Capo, mi ricevi? ci sono sfuggiti!“. Così corrono, girano tra i corridoi della scuola con estrema sicurezza e rapidità: la destinazione è chiara. Una volta giunti nella stanza dove tutto è iniziato, tirano un leggero sospiro di sollievo. “Giri spesso con una pistola da paintball sotto gonna?“.

“Sempre quando vengo a Greendale!” risponde esprimendo ovvietà “Perché, voi no?”.

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Jeff si gira e con sgomento nota che tutti i suoi compagni hanno estratto da chissà dove ogni sorta di arma, un vero e proprio arsenale da paintball. “Ragazzi, calma. Sono sicuro che quelle non fossero vere armi!“vere o non vere, Jeff, ci hanno provocato, hanno invaso la nostra vecchia scuola” inizia Troy. “E hanno distrutto la telecamera, così da eliminare la mia metanarrazione e farmi riallineare col vostro livello!” completa Abed, che nel frattempo ha dato la schiena agli amici e sta trafficando con qualcosa. “

Se loro sono malvagi, dobbiamo iniziare a pensare come loro…”, il ragazzo si volta. Sul viso una barba nera di velcro e uno sguardo serissimo.

Il gruppo inizia a discutere animatamente: che fare? Nascondersi o agire? Ma non tutti sembrano poi tanto intenzionati a restare e Shirley fa giusto in tempo ad afferrare per le gambe Chang, che dopo essersi tolto i vestiti si era fiondato nel condotto di aereazione pronto a darsela a gambe. “Eh no, caro mio! Hai intenzione di tradirci, vero?“. Non gli danno molto tempo per replicare. Ci vogliono cavi e alcuni indumenti per legare Chang. “Uffaaa! Per favore, non vi tradirò stavolta!” piagnucola l’ometto.

“Ora statemi tutti bene a sentire, idioti!” il tono dell’Abed malvagio è gelido “Se voi figli di buona donna volete uscire tutti interi da qui, statemi bene a sentire!”.

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“Ci divideremo. Io e Troy useremo Chang come esca per attirare l’attenzione di alcuni di loro: quando arriveranno, noi saremo alle loro spalle e saranno in nostro potere. A questo punto prenderemo i loro costumi e agiremo dall’interno. Nel frattempo Britta e Shirley si recheranno in presidenza: il loro capo stava parlando utilizzando l’interfono del rettore, lo smaschereranno e gli ordineranno di arrendersi. Annie e Jeff nel frattempo cercheranno di trovare gli altri ostaggi, li libereranno e creeranno alcune squadre con cui sferrare l’attacco finale. Oh, beh, se riusciste ad arrivare un telefono potreste chiamare la polizia, il che non farebbe male. Siete con me?

Jeff vorrebbe tanto obiettare: spiegare tutti i problemi di quel piano che sa tanto di serie tv. Vorrebbe prendere le redini della situazione e cercare di razionalizzare, ma è da tanto tempo che aspetta di sentirsi ancora una volta giovane, di vivere una nuova, stramba e assurda avventura. Così si toglie la giacca, si scrocca le dita e si alza. “Andiamo a spaccare qualche culo! Prima, però, se volete seguirmi, troverete nel mio ufficio una sorpresa gradita“.

Si aggirano quindi furtivi guardandosi le spalle a vicenda: fortunatamente nessuno li bracca. Una volta giunti a destinazione, Winger svela quindi il suo personale arsenale: una BT-TM-15 semiautomatica da paintball dall’aria molto familiare, pistole e molte, molte cartucce colorate. Tutti si sorridono: sono tornati. “Siamo pronti, ora? Per Greendale!“. “Per Greendale!” risponde Britta urlando piuttosto sgraziatamente.

Sh! Cerca di non brittare tutto!” “Quando la pianterete con questa storia?“.

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Il gruppo quindi lascia la stanza: i volti agguerriti, l’andatura fiera. In testa stanno le ragazze, toste e con le armi pronte, seguono Troy e Abed che trasportano un ormai rassegnato Chang. Jeff chiude la fila, sorvegliando i compagni. Percorrono con cautela alcuni corridoi, ma proprio quando stanno per giungere al punto in cui si sarebbero dovuti separare, qualcosa di inaspettato cattura la loro attenzione. Luci a festa, musica a palla, risate e divertimento. I ragazzi si lanciano uno sguardo perplesso e pian piano avanzano fino alla sala mensa.

Una moltitudine di persone vestite da Esseri Umani senza maschera ballano, bevono e scherzano tra loro. Ci sono tutti: professori ed ex allievi, allegri e scatenati. “Ma che cavolo!”. Il gruppo si guarda allibito. Che cosa sta succedendo?

Jeff capisce che Annie sta per dare in escandescenze e tenta di fermarla, ma è troppo tardi: la ragazza gli ha già strappato dalle mani la BT-TM-15 e con una furia innata scarica una decina di colpi sul soffitto della sala. La gente ammutolisce, il dj blocca la musica e tutti si voltano a guardare nella loro direzione. Ci sono attimi di silenzio attonito, poi una serie di lamentele, sbuffi e improperi riempie la sala. “Ma ci volete lasciar organizzare una festa in cui voi non siate al centro dell’attenzione e non ci roviniate tutto?“. “Sempre loro!“. “Guastafeste!”.

Spero di non aver capito bene.” Jeff incede di qualche passo con aria minacciosa. “Che significa? Era tutta una finta?“. “E come potevamo spingervi a non partecipare? Tu e Chang lavorate qui. Non potevamo organizzare una rimpatriata senza che voi ve ne accorgeste.” dice pacatamente Todd,

Avreste calamitato come al solito l’attenzione dietro a uno dei vostri stupidi problemi o avreste creato altro caos!” aggiunge Vicki. “Non esistete solo voi! Vi avremmo fatto passare una serata in disparte mentre noi ci saremmo goduti la festa in santa pace!”. “Jeff, perdonami, li ho dovuti assecondare, hanno sequestrato la mia cabina costumi!” il rettore singhiozza umiliato.

“Quindi è questo che siamo per voi? I malvagi della vostra storia?”

Abed si accarezza il pizzetto di stoffa mentre un ghigno gli si dipinge sul volto. Il suo migliore amico gli si affianca: “Sarete presto accontentati!“. Jeff sorride: “Facciamo i cattivi“.

E così, in un’esplosione di colori che si proiettano sul bianco dei costumi degli ex compagni, la guerra ha inizio.

Una goccia di vernice blu si infrange sulla telecamera e sullo schermo della tv compare il logo Community su sfondo bianco. Poi, il buio. Un Essere Umano esce dal college con nonchalance tenendo un sacco in mano, si guarda attorno accertandosi di non essere stato visto, poi si toglie la maschera. L’inquadratura si fissa sul contenuto della sacca: portafogli, orologi e cellulari, poi si posa sul viso dell’uomo e due basette a stella fanno capolino “Che idioti!”. Sipario.

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“Ti dico che non può funzionare, Troy. È una bella idea, ci sono riferimenti alle stagioni passate, il paintball che piace sempre, tanti personaggi secondari… Ma non può reggere un film. Sei stagioni e un film, ricordi?”.

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