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Forse non è la fine – La prima puntata dopo l’ultima puntata di BoJack Horseman

bojack horseman

Cosa succede dopo l’ultima puntata delle vostre serie tv preferite? ‘Forse non è la fine’ è la prima puntata (immaginaria) dopo l’ultima puntata delle vostre serie tv preferite. Oggi è il turno di BoJack Horseman.

‘Che ci vuoi fare: la vita fa schifo, e poi si muore.’

‘Qualche volta. Qualche volta la vita fa schifo ma continui a vivere.’

Guardare il cielo stellato di quell’estiva serata a LA, era molto diverso da tutte le altre volte in cui, ritrovatisi su quel tetto, BoJack Horseman e Diane Nguyen scappavano dalle loro esistenze giusto il tempo di qualche sigaretta.

Non erano mai stati più vicini di così: quei discorsi senza filtri sembravano risolutori di tutte quelle nevrosi che li avevano accompagnati fino ad allora, anche se quei pochi centimetri che li dividevano ricordavano a entrambi tutti quei non detti dai quali ancora erano soggiogati.

Due adulti irrisolti che si danno una tregua, questo erano ora BoJack e Diane: due complici estranei che dovevano regalarsi finalmente l’opportunità di abbandonarsi.

‘Beh, ora è meglio che vada, domani ho l’aereo presto’, disse Diane mettendosi distrattamente i capelli dietro l’orecchio. Imbarazzata di quell’ultima condivisione, frastornata come solo BoJack Horseman riusciva a farla sentire, anche se nemmeno adesso, poteva dire che quel sentimento fosse positivo.

‘Sì, certo.’ disse BoJack, scontento di quel furtivo saluto, tanto che si sentì di aggiungere qualcosa per dar voce a quel vuoto che lo dispiaceva.

‘Tra qualche mese magari sentirai di nuovo parlare di me, e se vorrai..’ prese fiato ‘..ti aspetto per una nuova biografia. Sai, ora ho un sacco di aneddoti in più da raccontare..’ disse con voce squillante, quasi a cercare di convincere Diane che quella sua vivacità fosse reale, e non mero scudo all’inadeguatezza.

Diane sorrise senza aggiungere una parola. Lo sapevano entrambi: quella sarebbe stata probabilmente l’ultima volta in cui si sarebbero parlati per davvero, in cui si sarebbero ‘sentiti’ per davvero.

Diane scese dal tetto disinvolta, come a non voler catturare l’attenzione di nessuno per sparire come un’ombra ai piedi di una luna bellissima. BoJack si voltò per vederla andar via, mentre Diane non si voltò mai. Anche quando sentiva il suo sguardo pesante addosso, scelse volontariamente di non incrociare mai i suoi occhi con quelli del cavallo. Non sapremo mai se quella fu una premura per BoJack o per se stessa.

BoJack Horseman

Il mondo da lì, in fondo non era poi così male. Finiti i tempi dei vizi da star e iniziati quelli da carcerato con velleità artistiche, BoJack si trovava ora ad apprezzare un po’ di più quello che lo circondava. Cambiato? No di certo, ma migliore – un po’- forse sì.

Ripensando all’inizio di quella giornata si trovò a soffermarsi sul viaggio in macchina con Mr. Peanutbutter e al fatto che nonostante tutto, fosse davvero l’unico ad attenderlo fuori dalla prigione. Irrigidito da quel sarcasmo pungente che gli riservava, BoJack Horseman sapeva che in fondo non era un cattivo ragazzo, e che ancora più in fondo lo ammirava, per quella sua leggerezza e quel sorriso sempre dipinto in volto.

Prima di andarsene dalla festa lo salutò velocemente chiedendosi poi, una volta sulla via d’uscita, se forse non si sarebbe dovuto sbottonare un po’ di più, se non avrebbe potuto dargli anche solo una pacca sulla spalla. BoJack Horseman ora era diventato quel tipo di persona che per un attimo si interroga veramente su come stiano gli altri, e lo faceva con sincero interesse. Era una sensazione effimera, che svaniva nell’esatto momento in cui si palesava. Ma per un attimo lo faceva sentire bene.

Prima di abbandonare la festa BoJack Horseman si voltò a guardare la sala gremita di star e celebrità, e si ricordò che al vero matrimonio di Princess Carolyn non era nemmeno stato invitato. Innegabilmente la cosa lo ferì. In fondo Princess Carolyn era la sua anima gemella, la sua agente, la sua roccia: questo era quel che BoJack si era raccontato fino a quel momento, ma allora capì che invece Princess Carolyn non fu mai davvero nulla di tutto ciò. Una relazione con profitti e perdite, l’aveva chiamata la gatta rosa, e BoJack sapeva che la percentuale di perdite era tutta sua.

Vinta da un amore non ricambiato e vincitrice della reperibilità in caso di drammi, Princess Carolyn quella festa e quella felicità se la meritava, e ripensandoci il matrimonio in stile sitcom ora BoJack non avrebbe più saputo recitarlo.

BoJack Horseman se ne andò da quella festa senza salutare né lei né Todd, convinto però in cuor suo che quest’ultimo l’avrebbe rincorso per dirgli di qualche nuovo strambo progetto al quale stava lavorando. Si avviò lungo il vialetto certo che da un momento all’altro sarebbe spuntato fuori, ma non accadde mai.

‘Questa è la mia ultima notte prima di tornare in carcere’ sentenziò nel silenzio della notte losangelina, come se un pubblico immaginario stesse da tempo aspettando con il fiato sospeso questa rivelazione.

‘Già’ sospirò con il muso basso, intristito dal mancato arrivo del fragoroso applauso del pubblico e dalla totale assenza delle risate preregistrate. La vita di BoJack Horseman aveva smesso di essere una sitcom già da molti anni, ma solo dopo aver toccato davvero il fondo, come ormai la cronaca gli ricordava ogni giorno, cominciò a rendersene davvero conto.

‘Come è successo?’ – Si domandò camminando tra le villette del quartiere, sbirciando di quando in quando in quelle lussuose cucine e in quei salotti di design illuminati a giorno per istigare l’invidia dei curiosi.

‘Com’è che succede.’

Non bastò molto, che BoJack Horseman si ritrovò davanti alla sua vecchia casa. Non c’erano più le sue iniziali color oro a segnalare che là dentro ci abitava una star, e questo lo fece arrabbiare non poco, ma ormai era sobrio da due mesi, e quello sarebbe stato un pretesto davvero stupido per ricominciare a bere.

Non sembrava esserci nessun dettaglio a segnalare una qualche presenza antropomorfa, ma d’altronde anche la volta precedente aveva avuto lo stesso stonato sospetto, e sappiamo bene come è finita.

Da quel giorno, dal giorno in cui in molti l’hanno creduto morto, BoJack Horseman non tornò più a casa sua, e a vederla così da fuori non sembrava manco più esserlo. Non c’era un solo ricordo felice che riuscisse a identificare con la sua vecchia abitazione. Ripensando agli ultimi caotici momenti trascorsi con sua madre e ai pochi dolci istanti passati in compagnia di Hollyhock, si convinse ancor di più, ricordandosi poi l’epilogo di entrambi, che no, in quella casa non era mai accaduto niente di buono.

BoJack Horseman

Senza neanche rendersene conto si trovò ben presto al di là del cancello. Scavalcarlo in poco più di un balzo e qualche maledizione in meno del solito fu per BoJack la scarica di autostima di cui aveva disperatamente bisogno da tutta la serata.

Percorso il vialetto furtivamente si lanciò in mezzo alle siepi per raggiungere il retro dell’abitazione, e quella piscina che qualche mese prima lo inghiottì con voracità nelle sue acque. Abituato com’era a feticizzare il dolore, raggiungere la casa dei suoi dispiaceri fu per BoJack un bisogno irrefrenabile, che nessun singolo brutto ricordo poteva annientare.

Superate meno abilmente le fronde della vegetazione ormai incolta che circondava la casa, BoJack rivide dopo molto tempo la sua terrazza che continuò a osservare ancora per qualche insistente istante prima di addentrarcisi con meno sicurezza di quel che avrebbe voluto.

Tutto era perfetto, immacolato, non c’era una sola traccia di BoJack. Dopo aver trovato un po’ di coraggio raggiunse la balaustra dando però le spalle a Hollywood per godersi al meglio la magnifica vista di casa sua.

Una bellissima e lussuosissima casa, ma nient’altro di più. Spariti i quadri, le foto e ogni singolo oggetto che potesse riportare BoJack a quei momenti, di quelle stanze non rimase che un’intangibile ricordo: vivido nella mente, cancellato dal tempo.

Mentre BoJack scontava parte della sua pena in carcere, la vita ha semplicemente fatto il suo corso, e non c’è nulla di più doloroso di un’autentica e incontrovertibile verità come questa, per un cavallo che da cinquant’anni pensa solo a se stesso.

La vista di quella desolazione lo sconvolse, la totale assenza di un qualcosa che potesse anche solo indicare la sua passata presenza gli parve un affronto personale contro il quale, diversamente dal solito, riuscì solo a controbattere con un profondo dispiacere.

Tutti erano andati avanti, tutti tranne lui. Diane era andata avanti, Todd, Princess Carolyn, Mr. Peanutbutter e quella fottutissima siepe, tutti erano andati avanti per le loro strade, per quelle vite che sapevano fare a meno di lui, per quei cammini che BoJack pensava di non aver il coraggio di battere.

BoJack Horseman

‘Come è successo?’, si domandò tra se e se fissando il vuoto oltre quella balaustra in cui ricorda di aver trascorso ogni singola festa della sua vita. Appoggiato a quella ringhiera rivide il sé di molti anni prima, quando desolato si struggeva per le attenzioni che non riceveva o per quella star molto più famosa di lui di cui invidiava il successo.

Chi l’avrebbe mai detto che un giorno quei tempi sarebbe addirittura arrivato a ricordarli con malinconico trasporto?

‘Forse è meglio che vada’, sussurrò a se stesso avvolgendo in una morsa letale il corrimano di quel terrazzo, come se spremendolo ne potesse uscire qualcosa di buono. Quel bagno di tristi consapevolezze gli ricordò che qualcosa poteva ancora succedere, che nulla era ancora perduto: in fondo ‘Succede sempre qualcosa’. In fondo, questa volta, quella piscina non poteva inghiottirlo, non era più la sua.

Il cielo era limpido, terso e bellissimo. Avrebbe voluto chiamare Diane per dirglielo, ma si accorse che ormai erano distanti anni luce, e quel cielo blu, dove vive lei ora neanche esiste.

Adesso anche Hollywood aveva ritrovato la sua D, e niente poteva davvero dirsi più uguale a prima.

‘Com’è che succede?’

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