Cosa succede dopo l’ultima puntata delle vostre serie tv preferite? ‘Forse non è la fine’ è la prima puntata (immaginaria) dopo l’ultima puntata delle vostre serie tv preferite: oggi è il turno di New Girl, una delle comedy più amate dell’ultimo decennio.
Nick Miller fa la sua tipica faccia da tartaruga corrucciata e incrocia le braccia sul petto mentre osserva i candidati in fila davanti a sé. Si alza, li squadra con attenzione mista a sufficienza e, infine, si gira vero i direttori di casting. “Questi non andrebbero bene neppure per lisciare i calli di Pepperwood. Manca la grinta! Dov’è il dolore? L’erotismo?”
Mentre risponde, la donna si tiene due dita sulle tempie, spazientita. “Le posso assicurare, Signor Miller, che i qui presenti hanno tutte le carte in regola per il ruolo. Ormai siamo alla fase avanzata: che le piaccia o no, uno di questi attori avrà la parte”. “Non sono per niente convinto.” Ripete Nick mentre si avvicina sempre più pericolosamente ai candidati. “Non vedo uno studio del personaggio. Non vedo passione, non vedo Hemingway. Non hanno nemmeno pensato di indossare un trench. Dov’è finita la serietà, gente?”. Esclama spazientito.
Una voce falsamente calma a questo punto si intromette. “Quello che il mio socio sta cercando di dire, è che valuteremo attentamente le nostre opzioni e vi comunicheremo al più presto la nostra decisione”. Schmidt sorride a trentadue denti e spinge l’amico fuori dalla stanza. “Si può sapere perché hai firmato il contratto solo a patto di presiedere i casting?! Dannazione, non sai nemmeno distinguere il cashmere dal merino, come pensi di poter scegliere un futuro divo del cinema?!”.
“Schmidt, primo, non ho idea di che cosa tu ci faccia qui. Secondo, questa è la mia storia, frutto di sbronze, fatica e ispirazione. Sangue del mio sangue, inchiostro del mio inchiostro. Non posso permettere che un vegano depilato o Mister camicia-coi-fenicotteri abbia il ruolo di Julius Pepperwood“.
Winston Bishop ripone accuratamente la propria nuova divisa nell’armadio. Si stuzzica i baffetti, si guarda allo specchio compiaciuto e si sistema la nuova camicia: “Mi sta benissimo, Amore! Come sapevi che volevo proprio quella con i pellicani?” Dalla cucina una voce divertita replica: “Non so, Winny, forse perché l’hai ripetuto cinque volte al centro commerciale? E poi così tu e i ragazzi sarete coordinati per la cena di stasera. Muoviti, gli altri stanno per arrivare”.
Le parole di Aly sono profetiche e presto si sente bussare alla porta: Winston arriva in soggiorno fiero e accoglie una donna alta e slanciata. “Cecilia! La mia compagna di malefatte è qui!”. L’uomo sogghigna e abbraccia l’amica. “Disse il neo-tenente di polizia! Complimenti, Winston!”. “Bravo zio Winny!” esclama la giovane Ruth dalle spalle della madre mentre il piccolo Moses corre a salutare Dan Bill e gli altri. “Vieni qui piccola! Quanto sei cresciuta durante l’estate?!”. “C’è Ruth!”. E gli altri quattro piccoli Bishop fanno la loro comparsa sempre col sorriso sulle guanciotte e lo sguardo furbo inseguendosi per il salotto della casa.
Non c’è nemmeno tempo di finire i convenevoli che la porta si apre di scatto e Nick e Schmidt entrano in casa mentre continuano a battibeccare. “Smettila di far finta di non volermi, sai bene che ho più gusto, più fiuto e più carisma di te” si lamenta Schmidt. “Oh, non mangio sushi con un kimono improponibile e non so cos’è il taffetà!” Dice Nick mentre con nonchalance apre il frigo, si prende una birra e aggiunge “Arrestatemi, agenti!” fingendo di porgere i polsi a Aly e Winston. C’è solo un attimo di silenzio in cui gli altri adulti e i bambini si guardano perplessi. Poi i due ricominciano le loro schermaglie verbali come se nulla fosse.
Ma ecco che il campanello suona ancora, così Winston si muove rapido ad aprire la porta e… BOOM! Una cascata di coriandoli si riversa sulla testa dell’uomo che di risposta lancia un grido acuto.
“Congratulazioooooniiii, Teneeente Biiiishoop“! Canta qualcuno con un tono tanto melodioso quanto straniante. La voce fa poi la sua entrata: lunghi capelli scuri e una frangia che incornicia spesse lenti che proteggono due occhi grandi e luminosi e un colorato abito vintage. Poi fa capolino anche il piccolo Mitch, un bambino dalla zazzera disordinata e dal sorriso storto, che, senza curarsi d’altro, raggiunge i suoi amici e inizia a raccontare loro il film che lui e la madre hanno appena finito di vedere.
Risate e abbracci sono d’obbligo: è da un po’ che l’allegra combriccola non si riunisce allo stesso tavolo per festeggiare insieme.
Un caos familiare e accogliente allo stesso tempo. La pizza è ottima, la compagnia pure e Winston si prende un attimo per sorridere fra sé. “Se permettete” dice a un tratto Jess sorridendo e interrompendo le varie conversazioni, “vorrei fare un brindisi a Winston Bishop! Un grande amico, un ottimo padre e marito e da oggi Tenente del 32° distretto di polizia di Los Angeles: noi non potremmo essere più fieri di te! A Winston!” conclude alzando il calice. Aly si stringe a lui, mentre a turno anche tutti gli altri ripetono “A Winston!”. Bishop sorride e si alza mentre i suoi bambini lo circondano in un abbraccio.
“Sono commosso, ragazzi: grazie per essere qui con me stasera! Alla mia meravigliosa moglie, ai miei fantastici bambini, ai miei stupendi amici e ai miei nipotini preferiti!”. All’uomo scappa una lacrima di gioia. “E grazie anche per il puzzle, mi terrà compagnia per le prossime 84 settima…”-
Bum. Bum. “Agente Bishop, Polizia di Los Angeles. Apra subito la porta”. “Qualche collega è passato a congratularsi!“. Pensa l’uomo mentre si dirige ad aprire e un nerboruto agente in divisa non gli lascia neppure il tempo di reagire. “Signor Bishop, lei è accusato di corruzione di pubblico ufficiale per ottenere una promozione. Ora la portiamo in centrale”. In casa cala un silenzio assoluto, finché Aly corre a protestare.
“Ha il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dirà potrà e sarà usata contro di lei in tribunale. Ha diritto a un avvocato…”. Nick a questo punto scatta: “Sono io, sono io il suo avvocato!” e si lancia in soccorso dell’amico. “Ci deve essere stato un malinteso, agente. Non farei mai nulla di simile!”. “Ne risponderà durante l’interrogatorio. Mi segua”.
“Oddio! Che facciamo ora? L’hanno portato viaa!” Jess è nel bel mezzo di una crisi di nervi. “Cos’ha combinato quell’adorabile idiota? Che ne sarà dei suoi bimbi?!”. “Ferma, ferma, Jess, sta’ calma: sono sicura che deve essere un malinteso. Lo rilasceranno subito”. “Cece, Tesoro, stiamo parlando di Winston: potrebbe aver combinato un casino senza nemmeno accorgersene”. La donna fulmina il marito e cerca di mantenere la calma. “Schmidt, chiama tuo padre: farà da babysitter ai bambini mentre noi andiamo in centrale per sentire cosa dicono”.
Sull’autovettura della polizia si sta un po’ stretti.
“Jefferson, mi conosci, sono una brava persona, sono innocente!”. “Shhh!” Bisbiglia Nick “Sta’ zitto, Winston, tutto quello che dirai potrà essere usato contro di te”. “Con tutto quello che hai fatto nella tua gioventù rischi di rimanerci dentro a vita!”. “Come, come, come, Bishop?”. L’uomo non risponde al collega. L’unica cosa che si sente è un tonfo e un urlo soffocato da parte dello scrittore: “Aaah, le mie costoleee!”
“Il mio cliente non ha nulla da nascondere e se anche nascondesse qualcosa sarebbe suo diritto continuare a nasconderlo”.
Dice Nick con semplicità. “Io vi conosco, sono uno scrittore. Voi sbirri siete un nugolo di corrotti. Corrotti come l’anima di questa città malata…”. “Nessuno qui ha corrotto nessuno. Signori, ci deve essere stato un errore non ho mai corrotto nessuno in vita mia”. Lo interrompe Winston “Ah sì, Bishop? E allora cos’è questa?” Il detective gli avvicina una biscottiera contenuta in un sacchetto di plastica. Incise troviamo le parole “Al commissario Lucas, da W. Bishop”. “Quella non è mia!”.
“È mia! Lui non c’entra! Arrestatemi!”. È successo tutto in un attimo, Jess ha aperto di colpo la sala d’interrogatorio e si lanciata sulla scatola. Nick fa una smorfia di terrore. E con fare protettivo spinge la moglie dietro di sé. “Anche lei è una mia cliente, non parlerà con voi!”. Winston è basito. “Sapevamo del suo coinvolgimento, Signora Day! Sappiamo che ha aiutato il signor Bishop a recapitare al commissario Lucas i suoi dolci“. A questo punto l’agente espone i fatti e spiega come i due abbiano eluso le guardie inviando 5000 dollari sonanti all’interno della biscottiera incriminata. “No, agenti, lo giuro! Erano solo dolcetti al cioccolato: un segno di ringraziamento per il lavoro che svolgete qui!”. Inizia la ragazza singhiozzando.
A questo punto, scoppia il delirio: Winston urla contro Jess, la donna invece si dispera cercando di giustificarsi e discolpare l’amico agli occhi del detective Jefferson, che comunque resta impassibile e con uno sguardo di ghiaccio. Nick tenta maldestramente di intortare i poliziotti e infine cerca di fingere di essere stati colpito.
“Ora basta!“. Jefferson picchia con violenza una mano sul tavolo. Di colpo il silenzio. “Se non volete parlare con le buone, forse dopo una notte cambierete idea. Portateli via!”.
La cella dove i tre vengono lasciati è fredda e triste. “Scusa Winston! Ti giuro che erano solo biscotti, volevo solo aiutarti!”. Winston è terribilmente serio. “No, tu non pensi, Jess. Non so come tutti quei soldi siano finiti lì, ma non avresti dovuto immischiarti, lo fai sempre!”. Detto questo si accascia sul pavimento e si tiene la testa tra le mani disperato. “Ho perso tutto!”. La donna gli si siede accanto e gli appoggia una mano sulla spalla. “Risolveremo tutto, vedrai”. “Abbiamo degli amici che lotteranno per noi! E poi… Nick ci difenderà”. Conclude accennando a un sorriso.
“Aspettate, ma perché anche io sono qui?”. Replica con sgomento l’uomo.
Le luci si spengono di colpo: è il buio più completo. Poi, un tonfo che fa sobbalzare i nostri eroi: una delle pareti della “cella” crolla all’indietro. La corrente di colpo riprende a funzionare e una schiera di persone fa la sua comparsa dall’oscurità. Alle loro spalle un enorme striscione.
“Fregato!!!“. Un coro all’unisono lascia i tre allibiti.
Ci sono tutti: Aly e i bambini, Cece e Schmidt con prole, il piccolo Mitch e una schiera di poliziotti ridacchianti. Da un tablet arriva in ritardo perfino la voce divertita di Coach. “Fregato!”.
“Volevamo che ricordassi per sempre questa giornata, Winston, e sapevamo quanto tu adori gli scherzi!”. Inizia Cece. “Ci scusiamo con voi due se non vi abbiamo coinvolti, ma tu, Jess, ti saresti subito impietosita e tu, Nick, beh, diciamo che la tua incapacità di mentire senza sudare litri e litri ci ha fatto desistere!”. Winston è ammutolito. Jess ride istericamente. Nick non ascolta nemmeno. Si avvicina alle sbarre e fissa intensamente il detective Jefferson. Lo studia con una certa attenzione, poi sorride.
“Hai mai pensato di fare l’attore?”