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Buffy L’Ammazzavampiri Distopia – 50 anni dopo la fine: oscura visione (Episodio 1)

Distopia è la rubrica in cui ci immaginiamo i futuri distopici delle Serie Tv, provando a proiettare le storie tanti anni dopo la loro conclusione televisiva. Oggi tocca a Buffy L’Ammazzavampiri, 50 anni dopo la sua fine.

Un uomo anziano era in ginocchio al centro del Bow Bridge di Central Park, guardava torvo il dorso delle proprie mani, chiuse a pugno e premute talmente forte contro l’asfalto che le nocche divennero bianche. Di colpo batté il volto contro la balaustra poiché un’ombra così rapida da essere invisibile lo aveva colpito ancora, e ancora sino a farlo sanguinare copiosamente. Gli si era poi avvicinata premendo due dita contro la sua giugulare, mostrando un sorriso raccapricciante che l’uomo non riuscì subito a mettere a fuoco. La figura, che pian piano divenne più nitida, ora lo sovrastava a sinistra, lato da cui difficilmente il vecchio riuscì a vedere a causa della benda che da decenni nascondeva un occhio malridotto e perso in battaglia. 

Poco più avanti un’altra figura vestita di nero sembrava attendere il suo turno, leccandosi le labbra lentamente, come se la scena che aveva davanti gli facesse credere di star già affondando i canini nella carne viva; una carne e una pelle secche, rugose, ma che in tempi di fame e di carestia, come quelli a cui si erano costretti decimando la popolazione, diveniva succulenta… necessaria. 

Sulla sponda a nord del lago gruppi di spettatori si erano riuniti, mostrando un timore reverenziale nei confronti di quelle creature sanguinarie pronte a nutrirsi. Alcuni distolsero lo sguardo, quei pochi umani che, nonostante l’asservimento, mantenevano ancora un briciolo di volontà. Altri, meditò il vecchio con lo sguardo quasi del tutto appannato, si dimenavano come bestie mostrando espressioni deliranti. Emettevano suoni striduli di incitamento, come schiavi esaltati per la vittoria di un padrone oscuro.

L’uomo chiuse gli occhi e lasciò che i pensieri vagassero ricordando il passato. Cercò di riempire il buio con i volti delle persone che aveva amato ma che non c’erano più, come Anya e Buffy. Poi, pensò a coloro che avrebbero continuato a vivere anche dopo la sua dipartita, come Willow. Chissà come avrebbe reagito la strega sapendo la situazione in cui si era cacciato, l’immagine di lei che lo rimproverava gli strappò un sorriso. Ma il pensiero dei suoi cari venne interrotto da un suono che non riuscì a identificare, subito dopo si ritrovò fradicio. Aprì gli occhi e nonostante il dolore alle articolazioni si girò per guardarsi intorno: i due vampiri erano stati spazzati via da un getto d’acqua, lo stesso che, si accorse, lo cinse sollevandolo e trascinandolo a sud del lago. 

“Xander, non muoverti, e quando te lo dico io chiudi gli occhi!”, il vecchio sentì la voce della strega risuonargli nella mente. D’istinto si dimenò per capire da dove provenisse ma poi restò fermo e chiuse gli occhi quando lei gli intimò di farlo. Trasportato dall’acqua sulla sponda opposta lo avvolse poi la terra, che iniziò ad aprirsi sotto di lui e a chiudersi dopo il suo passaggio. Gli ultimi raggi di sole scomparirono e sentì l’umidità del terreno sporcargli le mani e il volto, d’improvviso si ritrovò nel bunker, ai piedi di una Willow furiosa.

Dopo la morte di Buffy tutto era cambiato.

«Credo di aver appena capito come si sentono i morti sotto terra…» gracidò Xander cercando di alzarsi. Willow lo aiutò, guardandolo e cercando di fargli capire tutto il suo disappunto e la sua preoccupazione. «Non guardarmi così, ragazza, volevo solo rendermi utile! Poi proprio perché sono vecchio non pensavo mi avrebbero preso di mira.». La strega non rispose, si limitò a passargli un asciugamano, così anche Xander capì di dover tacere. Lentamente raggiunsero la sala comune, superarono la statua dedicata a Buffy e dopo averlo fatto sedere gli preparò una pozione curativa. Dati i suoi settant’anni, le ferite che i vampiri gli avevano inflitto ci avrebbero messo un po’ a guarire.

«Ora resterai qui e non pensare di gettarti in altre imprese impossibili o sarò io stessa a farti del male!» disse porgendogli la pozione. Xander la bevve e si lasciò cullare dal tepore, che avvolgendolo gli alleviò il dolore avvertito sino a quel momento. Anche Willow si sedette, guardando con un misto di attenzione e preoccupazione le cacciatrici che si stavano allenando al centro della sala.

«Non sono pronte…» proferì, mesta, una voce al fianco della strega. Willow tuttavia non si voltò, mantenne lo sguardo dritto davanti a sé. «Lo saranno.» disse poi «Possiedono una forza forse persino più potente di quella di Buffy, non sono più solo cacciatrici e lo sai bene Taissa! Dobbiamo avere fiducia e resistere solo un altro po’.». Notando la vena malinconica nella voce di Willow, la ragazza le si sedette accanto scostandosi nervosamente una ciocca bionda di capelli  «Che cosa gli è accaduto?» chiese poi indicando Xander.

Buffy L’Ammazzavampiri

«Ha di nuovo cercato di fare l’eroe, penso che non cambierà mai. Era così quando eravamo giovani ed è così anche adesso.» ammise Willow, accarezzando con le dita il cristallo che Xander era riuscito a recuperare. «Anche se mi sembra peggiorato dopo la Guerra Oscura, è come se non gli importasse più di vivere o di morire ma solo di portare nella tomba quanti più vampiri possibile!».

Lei e Xander avevano vissuto in superficie tutta la loro adolescenza e parte dell’età adulta, al contrario di molti ragazzi e ragazze in quel bunker.

Al fianco di Buffy e degli altri si erano costruiti una famiglia dopo aver sconfitto il Primo, ma la felicità e la libertà vissute specialmente tra il 2003 e il 2030 erano ben presto andate perdute.

Il ritorno del male primordiale, la Guerra Oscura, la morte di Buffy e di così tante giovani cacciatrici avevano gettato l’umanità nell’oblio, dominato da vampiri più forti che non temevano più la luce o i paletti. Il potere del Primo li aveva resi invincibili questa volta e combatterli sembrava essere impossibile anche per una strega. Anno dopo anno erano morti tutti, del passato restavano solo Xander e Willow. A volte la strega desiderava davvero credere nell’esistenza di un dio positivo, perché avere fede in un creatore buono a volte sembrava l’unica soluzione per non crollare, ma negli ultimi anni aveva iniziato a pensare che non esistesse o che li avesse abbandonati per altro.

“Buffy L’Ammazzavampiri”, pensò Willow sorridendo «Chissà cosa avresti fatto al mio posto…». 

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«Sicuramente tante cose!» rispose Taissa, credendo che Willow si riferisse a lei. La strega dai rossi capelli sorrise divertita, e le avrebbe risposto se degli spasmi di dolore non avessero cominciato a invaderle ogni parte del corpo. Queste fitte pulsavano e la costrinsero ad accasciarsi a terra mentre il respiro le venne sempre meno, come se una corda invisibile le stesse stringendo il collo impedendole di respirare.

Era rossa in volto, le vene violacee emersero prepotenti sul collo, sulle mani e lungo le tempie; la sua sofferenza era palpabile. Tutti smisero i loro compiti e le si avvicinarono, alcune streghe intonarono incantesimi di protezione, altre, formule curative, alcune streghe-cacciatrici le aiutarono ma nulla sembrò fare effetto. Di tutto questo Willow non se ne accorse, davanti a sé vedeva solo nero, talmente scuro da risucchiare ogni forma di luce… poi sentì una voce profonda, inquietante, chiamarla da quell’abisso. La strega cercò di resistere ma le sembrò un’impresa titanica, la voce ora rideva di lei. 

“Io conosco ogni tuo pensiero e desiderio, strega! Non puoi nulla contro di me. Io sono il male primordiale destinato a invadere il tuo mondo e i cuori di ogni cosa, anche il tuo!”

Willow avvertì una fitta più dolorosa al petto e si graffiò come se volesse tirarne fuori un intruso. Le streghe continuarono con i loro incantesimi ma nulla funzionava. Xander, che si era svegliato qualche minuto prima, le era accanto cercando di stringerle la mano per impedirle di farsi del male. Aiutatela gridava il vecchio, ma negli occhi di Willow non si percepiva alcun miglioramento.

D’improvviso le streghe e le cacciatrici si sentirò tirare, scaraventate a terra da una forza invisibile: tra di loro si era fatta strada una figura femminile dalla pelle blu che ignorò le cacciatrici e si diresse verso Willow e Xander. Il vecchio restò senza parole mentre la donna, se così poteva essere chiamata, allungò una mano blu sul volto della strega pronunciando parole incomprensibili. Xander capì che non poteva trattarsi di un incantesimo, sembrava qualcosa di più antico. Dopo qualche minuto le convulsioni cessarono, Willow si placò e svenne.

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«Che cosa le hai fatto? Dimmelo!» gridò Xander alla figura blu che si era voltata senza considerarlo.

«Calmati umano.» disse poi l’estranea «Le ho salvato la vita. Dovresti ringraziarmi e zittirti.» così si allontanò mettendosi al fianco di un uomo che Xander non riconobbe immediatamente, ma quando si alzò e fece per avvicinarsi notò il profilo familiare, ancora giovane e riconoscibile del vampiro.

«Angel…» disse poi in un soffio appena percettibile.

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