Cosa succede dopo l’ultima puntata delle vostre serie tv preferite? ‘Forse non è la fine’ è la prima puntata (immaginaria) dopo l’ultima puntata delle vostre serie tv preferite. Oggi è il turno di Teen Wolf.
L’urlo di Lydia Martin squarciò il buio della notte.
Non era mai una buona notizia quando una banshee urlava e lei stessa lo sapeva bene. Cercando di regolare il respiro e di ignorare il battito accelerato del suo cuore, allungò una mano verso l’interruttore della luce. Ma nemmeno quando la stanza fu finalmente illuminata Lydia si sentì al sicuro. Non ricordava cosa aveva sognato, né se aveva sognato. Sapeva solo che erano guai: l’urlo di una banshee significava solamente una cosa, morte. Un indizio inutile, di per sé. Su chi si stava chinando la dea con la falce? E questo avvertimento era arrivato in tempo o troppo tardi? Dove si trovava la persona in pericolo? Era il dramma della banshee, percepire la morte senza saperla identificare.
Da quando avevano scoperto che la cacciatrice di licantropi Tamora Monroe si era salvata ed era fuggita, poi, Lydia non aveva più trovato pace. Viveva nel costante terrore di percepire il pericolo mortale di qualche suo amico, senza avere la possibilità di fare nulla per intervenire. Certo, Scott McCall aveva vissuto molteplici avventure e disavventure. Sapeva come difendersi. Ed erano giorni ormai che aveva cominciato ad addestrare Alec e i giovani licantropi. La nuova generazione. Ma non si poteva mai sapere.
La ragazza prese il telefono dal comodino per contattare il capobranco. I tempi in cui la sua più grande preoccupazione era cosa indossare al ballo di fine anno del liceo per essere la migliore erano un ricordo lontano da un bel pezzo. Quella Lydia non esisteva più.
-Lydia? – rispose Scott, al quarto squillo, con voce assonnata.
-Scott, stai bene? Sei vivo?
-Cosa succede?
-Senti gli altri, qualcuno è in pericolo!
-In pericolo tipo…morte?
-Che altro pericolo dovrebbe mai percepire una banshee?!
-Okay, Okay. Faccio un giro di chiamate, tu senti Stiles.
Stiles.
Lydia tendeva a non pensare mai al suo ragazzo in quelle occasioni: era un modo inconscio per escluderlo dal pericolo. A lui non poteva essere successo nulla.
Era una cosa tremendamente stupida, e Lydia lo sapeva. Tra tutti, era proprio Stiles a rischiare di più, in quanto ragazzo normale armato soltanto di mazza da baseball e sarcasmo. Ma erano stati lontani per molto tempo, in passato. Divorati dal terrore di non poter vivere quell’amore che era sbocciato piano, almeno da parte di Lydia, mentre Stiles l’aveva sempre amata. Ecco perché, ora, la banshee non voleva nemmeno concepire l’idea che il ragazzo potesse trovarsi in una brutta situazione.
***
Scott saltò giù dalla finestra.
Un ragazzo si sarebbe sfracellato, ma un licantropo no. E non c’era tempo per passare dalla porta: Malia non rispondeva al cellulare.
Si tratta solo di sonno pesante, cercava di auto-rassicurarsi Scott mentre correva all’impazzata verso la casa della sua ragazza. Qualsiasi altro scenario non era nemmeno concepibile. Il licantropo aveva già visto morire il primo grande amore della sua vita, Allison Argent. L’idea che qualcosa di simile potesse accadere anche a Malia…no, non doveva pensarci. Non poteva pensarci.
A ormai due passi dall’abitazione di Malia, Scott vide giungere Alec dal lato opposto della strada. Il giovane licantropo aveva risposto subito alla chiamata dell’alfa e non aveva perso un secondo. I due si ricongiunsero proprio sotto la finestra spalancata della stanza di Malia. Un gesto di intesa, poi si arrampicarono su – il terrore di quel che avrebbero potuto trovare attanagliava gli stomaci di entrambi.
Ma presto i due capirono che la paura più grande non riguardava ciò che avrebbero potuto trovare, bensì quel che non avrebbero potuto trovare.
La stanza era vuota.
Il letto sfatto.
Di Malia nessuna traccia.
-Cerchiamo nel resto della casa?- domandò Alec.
Per un attimo pensò che Scott fosse paralizzato dalla preoccupazione, perché non gli rispose subito. Poi, però, l’alfa disse:
-Non credo ce ne sarà bisogno.
Alec seguì la traiettoria del suo sguardo e colse qualcosa che nella penombra non aveva visto: sul muro, proprio accanto al letto della loro amica, c’era una raccapricciante scritta scarlatta: l’ho presa io.
-Monroe?- domandò il giovane licantropo, con un filo di voce.
Scott sospirò avvicinandosi alla scritta:
-Lei. Altri. Chiunque.
Il capobranco cominciò a guardarsi attorno, analizzando la stanza nella speranza di trovare qualcosa in più. Degli indizi.
Non c’era sangue, se non quello sul muro…ma non era detto che fosse di Malia.
D’un tratto, un raschiare sospetto interruppe le ricerche. Scott e Alec si bloccarono, tendendo le orecchie. Il nemico era ancora nei paraggi? Avevano dato per scontato che non ci fosse nessuno, eppure…
Un rumore da fuori.
I due si guardarono e fecero un passo indietro, per allantanarsi ancor di più dalla finestra.
Un altro rumore.
Un rantolo.
Due mani aggrappate al davanzale.
Poi Stiles Stilinski.
-Buonasera! Beh, buonanotte.
Scott lo guardò in cagnesco.
-Buona mattina?- ritentò.
-Ci hai fatto prendere un colpo!- lo rimproverò Alec -C’è anche Lydia?-
-Sì, ma non si è voluta arrampicare.
-Perché Lydia ha un cervello – disse Scott.
-Malia?- domandò allora Stiles.
Per tutta risposta, Scott gli indicò la scritta sul muro.
-Oh, no!- esclamò Stiles -Ma chi è io?-
-Ce lo stiamo chiedendo anche noi – disse Scott, la voce intrisa di ansia.
Stiles gli appoggiò una mano sulla spalla -Stiamo parlando di Malia. Lei li sbrana i nemici. Letteralmente.
Scott scosse il capo, sebbene un piccolo sorriso gli increspò il volto. Il suo migliore amico era capace di farlo sorridere anche nelle situazioni più drammatiche.
Alec fece per dire qualcosa, ma un telefono iniziò a squillare. Era quello di Stiles.
-Lydia!
-Quand’è che finite la riunione condominiale e mi dite cos’è successo?
-Hanno portato via Malia!
-Chi?
-Io! Ehm, cioè, non io io. Ma io.
Lydia sbuffò e attaccò.
-Permalosa – commentò Stiles.
-Sentite, torniamo giù e cerchiamo di capire cosa fare – disse Scott, cercando di ripristinare un’atmosfera seria.
Sapeva che quella di Stiles non era mancanza di rispetto, che il suo era un tentativo di esorcizzare l’accaduto, per lui e per tutti. Avevano camminato in equilibrio sul filo della morte a turno talmente tante volte che non ne potevano più. Ma l’unico modo per non far dilagare la preoccupazione era trovare qualcosa di concreto da fare.
-Un momento!- intervenne Alec, continuando a guardarsi intorno – Quello che ha detto Stiles poco fa, Malia li sbrana i nemici, sappiamo che è vero. Però non c’è alcun segno di scontro in questa stanza. Il letto è sfatto, ma era così anche il mio quando mi sono alzato per precipitarmi qui. Per il resto non c’è nulla, se non la scritta. Eppure, se Monroe o qualsiasi nemico avesse ferito Malia ci sarebbero tracce di sangue, oggetti rotti, brandelli di stoffa…qualsiasi cosa.-
Scott fece per parlare, ma fu interrotto da un urlo.
Era Lydia.
Ma stavolta non pareva l’urlo di una banshee: era proprio l’urlo di una ragazza spaventata.
Stiles si precipitò alla finestra:
-Lydia!
Strabuzzò gli occhi quando guardo la strada sottostante, dove fino a poco prima la sua ragazza li stava aspettando.
Non c’era più. Di lei restava solo il cellulare, buttato a terra.
Alec e Scott si lanciarono subito dalla finestra con l’agilità dei licantropi, pronti a ispezionare le strade circostanti, mentre Stiles ci impiegò un po’ di più a scendere, il gelo nel cuore.
La via sembrava deserta, nonostante i ragazzi avessero sentito l’urlo di Lydia un attimo prima. Nessun altro si era affacciato alla finestra per vedere cosa stesse succedendo, quasi come se soltanto loro avessero sentito il grido della loro amica.
D’un tratto, sentirono freddo. Era quasi l’alba di una giornata d’estate, in realtà. Ma una gelida aria sinistra stava prendendo piede a sorpresa. C’era qualcosa che non tornava e i tre ragazzi ormai conoscevano la sensazione. Quando l’oscurità si muoveva, lasciava la sua inconfondibile traccia.
Chi aveva portato via Lydia e Malia? E in che modo?
Forse non era Monroe, forse non erano i cacciatori.
Era qualcosa di paranormale.
***
A vari chilometri di distanza, un verso raccapricciante si diffuse nell’aria dalle viscere della terra.
Non c’era tempo. La nuova avventura dei protagonisti di Teen Wolf doveva cominciare.