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MultiUniverso – La Pontiac Aztek (Ep.2)

«E quello chi diamine è e perché è seduto al mio posto!?» esclama inorridito Greg mentre addenta una ciambella (leggi l’episodio precedente).

Dopo giorni di assenza, finalmente, il dottor House si è degnato di venire a lavoro, purtroppo però ha scelto il momento sbagliato. House è in piedi sulla porta e fissa il dottor Perry Cox, il quale è seduto alla sua sedia, per un lungo, intensissimo minuto. Cameron e Chase balzano in piedi col fiato interrotto, più imbarazzati di quella volta che House li beccò a baciarsi nello stanzino delle scope. Foreman è fermo sull’attenti come una marmotta, in volto ha un’espressione colpevole ma compiaciuta: questa volta è lui ad avere il pennarello del potere tra le mani. Tra lo stupore e il timore di chi è consapevole che è in arrivo la burrasca, Cox rompe l’impaccio con una battuta molto, molto infelice:

«Oh, Oh, Oh! Deve essere già Natale perché Santa Claus si è degnato di arrivare dal Polo Sud a portare pace e speranza.»

«Babbo Natale vive al Polo Nord, idiota. Con chi non ho il piacere di parlare?» ribatte secco House con un’espressione sprezzante.

«Le tue renne nordiche non ti hanno informato?» risponde Cox che conosce molto bene la fama del geniale dottore del Princeton-Plainsboro mentre House ignora il collega nella maniera più assoluta e non si risparmia neanche di farglielo notare con il savoir-faire che lo contraddistingue.

Lisa Cuddy

Dalla porta a vetri del reparto di diagnostica emerge trafelata Lisa Cuddy che si è precipitata di corsa dal suo ufficio non appena ha saputo che House aveva varcato la porta d’ingresso dell’ospedale. Preoccupata per l’inevitabile catastrofe che ha luogo quando due galli da combattimento s’incontrano nello stesso pollaio, ancora con il fiatone, tenta di imbastire un discorso di senso compiuto che spieghi a House la situazione senza provocare una rissa tra i presenti:

«House, dove diavolo eri finito? Lui è il dottor Percival Ulysses Cox del Sacro Cuore di… ehm? Mi perdoni ma non ho ben chiaro dove si trovi il suo ospedale. Ad ogni modo, hanno appena trasferito in eliambulanza il tuo nuovo caso. Esigo che te ne occupi in maniera civile e collaborativa insieme a lui poiché è l’unico a sapere qualcosa sulla situazione clinica della paziente» chiarisce Cuddy.

«Non mi sembra che sappia molto, in verità» ribatte subito Chase con tono ironico, ma Cameron lo zittisce con uno sguardo fulmineo della serie “non ti ci mettere pure tu!”.

«Percival! Ulysses! Cox!? Ma è uno scherzo forse? Cuddy, la risposta alla tua richiesta bislacca è e sarà sempre no. Non lavoro con i medici che non riescono a risolvere da soli i propri casini. A meno che tu non voglia propormi di fare una cosa a tre con l’altra Perry, cioè Katy» esclama sardonico e risoluto House che si sta dirigendo non curante alla sua scrivania, quella nell’altra stanza.

Dr. House

Tutti lo seguono in uno stato di intenso imbarazzo; tutti tranne Cox che resta dov’è a dondolare compiaciuto al tavolo delle differenziali. Lisa Cuddy – come sempre – tenta disperatamente di far ragionare House, sottolineando che questo atteggiamento infantile le sta provocando una seria gastroenterite. Tra i due si avverte una certa tensione, ma oggi la sua agenda è più stracolma che mai e non ha tempo né per i capricci né per controbattere alle proposte sessuali di House; poi vede sopraggiungere i rinforzi: James Wilson sta arrivando a darle supporto, o almeno spera.

A questo punto Cameron sente di dover fare qualcosa e parte risoluta con uno spiegone medico conciso ed efficace come sempre: donna, sconosciuta, arrivata in macchina al Sacro Cuore sei giorni fa in un evidente stato di shock. Non ha fatto in tempo ad aprire bocca che è collassata a terra. I colleghi l’hanno tenuta intubata sottoponendola agli accertamenti di routine, ma non hanno capito cosa abbia causato il coma e cosa le impedisca di respirare autonomamente.

«Ok, quindi questa signora è arrivata in macchina, da dove? Hanno controllato al suo interno, hanno rintracciato la targa?» domanda frettolosamente Gregory mentre scorre tra le e-mail nel suo PC alla ricerca di qualcosa che evidentemente è più importante del caso stesso. Non ha il minimo interesse per quello che sta succedendo, è solo infastidito dalle circostanze e dal tipo in camice e tuta da ginnastica seduto al suo posto. E pensare che era venuto in ufficio solo per prendere il portatile e andare via. È evidente che tra le mani ha qualcosa di scottante e la sua testa è decisamente altrove.

Perry, dall’altra stanza, ribatte scocciato che lui cura i pazienti e non cura le automobili, ma se House ritiene che questa sia la priorità assoluta, beh, sarà lieto di tornare indietro al Sacro Cuore, prendere l’auto, guidare fino in New Jersey e portargliela ben lavata e lucidata.

«Sei un idiota!» grida House dall’altra stanza, poi aggiunge: «E’ ovvio che dobbiamo ispezionare la maledetta auto!».

«Ho sentito tanto parlare di te, so che sei un medico strambo dei metodi particolari, ma non fino a questo punto: una donna sta morendo e tu pensi a ispezionarle l’auto? Chiamo anche il suo commercialista per controllare l’ultima dichiarazione dei redditi? Vedo che ti diverti a giocare all’investigatore privato, a fare il misterioso. Arrivi quando ti fa più comodo, rispondi male. Beh che dire, beato te che hai tutto questo tempo da perdere perché io non ne ho. Okay! Va bene. Chiamerò comunque i miei, almeno la facciamo finita con questa buffonata» dice Cox isterico ruotando le pupille degli occhi.

J.D. Scrubs

Perry prende il suo telefono e chiama John Dorian, il quale è preoccupato, vuole sapere dove si trova, vuole capire che diavolo gli è saltato in mente e in preda all’ansia non fa altro che farfugliare cose senza senso, come il fatto che Il Todd abbia piazzato un giro di scommesse su Cox che lo darebbero già in coma etilico in qualche bar del Messico.

«Margaret, apri le orecchie: ho bisogno di concentrazione, non interrompermi e non fare domande. Trova la macchina della sconosciuta e ispezionala. Cerca qualsiasi oggetto inutile che per questi babbei avrà di sicuro un significato esistenziale. Magari scopriamo che alla signora piacciono i burrito, le canzoni di Alanis Morissette e il bricolage» ordina Cox a J.D.

«La macchina? Cosa c’entra ora la macchina?! Dove sei? Quali babbei? Anzi, no, non voglio sapere niente di questa storia così non dovrò mentire a Kelso quando mi interrogherà. Ha già iniziato a torturare Ted, lo tiene da ore rinchiuso nel suo ufficio …» risponde J.D. mentre osserva sospettoso l’Inserviente che spavaldo sta sventolando davanti ai suoi occhi le chiavi di un’automobile. Tra i due intercorre un’improbabile conversazione che tutti i presenti del Princeton-Plainsboro hanno modo di ascoltare in vivavoce in un crescendo di stupore e perplessità.

Dopo aver subito un ricatto dell’Inserviente per ottenere le chiavi che, guarda al caso, erano proprio nelle mani dell’uomo meno collaborativo del Sacro Cuore, lo specializzando si dirige verso la macchina della sconosciuta che è rimasta abbandonata per giorni in un angolino remoto del parcheggio dell’ospedale.

«D’accordo, sono dentro l’auto: una Pontiac Aztek verdino chiaro, se può interessarvi. Ma non sarà illegale? Cosa cerchiamo esattamente? Una borsa, dei documenti e delle medicine possono andare bene?» domanda J.D. confuso, ma allo stesso tempo spaventato proprio come quella volta che aveva perso Turk a Disneyland.

A questo punto House non riesce più a trattenersi e si lancia in una sequela indicibile di insulti rivolti a J.D., Cox e a tutto il Sacro Cuore per aver trascurato un passaggio di vitale importanza come quello di controllare gli effetti personali della paziente. In un baleno Perry realizza con dolore l’errore da autentico pivello che ha commesso, ignorando un passaggio fondamentale che ogni medico, anche in quelle circostanze particolari, non avrebbe mai dovuto ignorare. Si alza e si trascina malvolentieri verso il resto del gruppo, con il volto livido e lo sguardo perso nel vuoto. House vorrebbe affondare il dito nella piaga, ma per qualche motivo si dimostra comprensivo ed empatico e, per il momento, lascia perdere. Il dottor Wilson, che era rimasto in disparte, chiede a J.D. di descrivere con cura tutto quello che vede nella macchina.

Walter White

«Ho trovato due patenti di guida: una è di un uomo, il proprietario di questa bruttissima Pontiac – suppongo sia il marito – e l’altra è la sua. La donna si chiama Skyler White, viene dal New Mexico ed è nata l’11 agosto del 1970. Nella borsa c’è un flacone di aspirine, degli antidolorifici e dei farmaci contro la nausea… Oh Dio, questa cosa mi mette troppo in imbarazzo!» J.D. non è suo agio a frugare tra le cose altrui, è nervoso e mentre cerca qualcosa di significativo, non si accorge che dalla borsa della donna è scivolato un piccolo blister vuoto che si è andato a infilare tra lo sportello e il sedile posteriore.

Cox non parla più, ha gli occhi chiusi ed è visibilmente sconvolto. Non riesce a pensare, a concentrarsi. Lui sa di essere un ottimo dottore, sa che sul piano medico non ha sbagliato nulla. Eppure riconosce che l’approccio di House ha qualcosa di geniale che lui non ha mai potuto permettersi. Si odia per come si sente. House chiede a J.D. di cercare altro di significativo, qualsiasi cosa, magari un telefono. All’interno della Pontiac Aztek c’è il caos: una valigia piena di vestiti sporchi, cibo, del vomito, dei pannolini e un seggiolino auto per bambini.

«Quindi la donna ha un pargolo ed è in fuga» conclude House mentre ricontrolla la cartella clinica del Sacro Cuore che mostra dei valori ormonali sconclusionati, privi di logica.

dr. house

«Tutto questo non ha senso» House si dirige alla lavagna e inizia ad appuntare freneticamente una lista di sintomi.

Il team è preso dal suo ragionamento e, un’ipotesi dietro l’altra, con un solo piccolo dettaglio di partenza riescono a sbloccare un quadro clinico che sembrava inamovibile. Cox, invece, si sente sempre più piccolo, più insignificante e sempre meno infallibile: ormai è assente e non risponde nemmeno più alle provocazioni di House.

«Come avete fatto a trascurare un’operazione così importante? Dovrebbero chiuderlo il vostro ospedale, Ops! Ho detto ospedale, ma avrei dovuto dire: tugurio di incompetenti» urla imbestialito House. C’è solo una cosa che lo manda in bestia dopo l’ipocrisia: l’incompetenza. House non conosce Cox, non sa quanto valga davvero come medico e cosa debba affrontare tutti i santissimi giorni, ma questo a lui non interessa. L’unica ragione per cui ha smesso di leggere le sue e-mail, degnandosi di prestare un accenno di interesse al caso, è perché non sopporta l’idiozia.

Dopo aver fatto chiarezza sulla situazione e ricostruito il quadro clinico di partenza in maniera dettagliata, House ordina alla sua squadra di rintracciare la famiglia White e di ripetere da capo tutte le analisi, questa volta alla luce delle informazioni emerse durante la differenziale. C’è qualcosa che non torna. Ci deve essere un dettaglio insignificante che sta sfuggendo a tutti. Wilson e Cuddy vanno via insieme ai ragazzi. House guarda Cox con uno sguardo sprezzante e privo di considerazione, poi prende il suo portatile e, proprio come è entrato, esce dalla stanza spingendo la porta con il bastone.

Perry Cox

Cox resta solo, ormai completamente inerme. Sente un peso piazzato in mezzo al petto. La stanza intorno a lui si fa sempre più stretta. Le pareti si avvicinano. Tutto gira. Ha caldo. Non respira. Un forte dolore gli stritola il braccio. E poi va giù.

Percival Ulysses Cox cade a terra, al centro della stanza, ma lì non c’è più nessuno che possa aiutarlo.

Continua …

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